Carissimi soci,
pubblichiamo un’edizione speciale delle Schede di Botanica.
Questa edizione è dedicata soprattutto ai partecipanti della gita del 22 maggio nella splendida Laguna Nord di Venezia.
Nell’isola di sant’Erasmo, l’orto di Venezia, abbiamo potuto ammirare le culture dei carciofi o meglio alla venexiana “articiochi”.
Gli articiochi, sono stati introdotti nella cucina veneziana dalla comunità ebraica.
Il Carciofo violetto di Sant’Erasmo Cynara scolymus L. è tipicamente veneziana.
Il capolino del carciofo, matura tra fine marzo e metà giugno circa. A Sant’Erasmo i primi carciofi vengono raccolti verso inizio di aprile. Questi carciofi, che vedono letteralmente impazzire i veri intenditori, sono le “castraure” cioè il frutto apicale della pianta di carciofo che viene tagliato per primo in modo da permettere lo sviluppo di altri 18-20 carciofi laterali (botoli) altrettanto teneri e gustosi. Le castraure sono famose per il loro gusto unico e particolare, un carciofo tenerissimo che è un insieme di sapori, dal leggero sapore amarognolo, che ne esaltano l’inestimabile valore organolettico.
Nel 2002 il Carciofo violetto di Sant’Erasmo si è visto riconosciuto il titolo di Presidio Slow Food anche grazie all’attività del Consorzio dei 10 produttori che lo coltivano.
Il carciofo è una tipica pianta degli ambienti mediterranei. Il suo ciclo naturale è autunno-primaverile: alle prime piogge autunnali le gemme del rizoma si risvegliano ed emettono nuovi getti. I primi capolini sono emessi verso la fine dell’inverno, a partire dal mese di febbraio per i precoci. In tarda primavera, giugno, la pianta va in riposo con il disseccamento di tutta la parte aerea.
Nelle zone più calde delle regioni mediterranee il carciofo viene coltivato con una tecnica di forzatura che ha lo scopo di anticipare al periodo autunnale la produzione di capolini. La tecnica consiste nel forzare il risveglio nel corso dell’estate: dai rizomi di una coltura precedente si prelevano le gemme, dette ovuli, e dopo una fase di pregermogliamento sono messi a dimora dalla seconda metà di giugno in poi, facendo seguire un’irrigazione copiosa. In questo modo l’attività vegetativa ha inizio in piena estate. La produzione dei capolini di primo taglio è così anticipata tra ottobre e novembre.
Grazie a tutti voi per la partecipazione.
I direttori di Escursione
Piera, Annalisa, Emilio